Oltre lo stereotipo e l’immaginario sessuale popolare, c’è l’ossitocina
Alberta Magrini e Ava Oiknin all’interno dello Spazio Donna di Intimaluna a Fa’ La Cosa Giusta! 2018, sabato 24 marzo ore 11:30 e 15:30 | domenica 25 marzo ore 17:30, rifletteranno e cercheranno di trovare risposte alle domande “Cosa succederebbe se ci lasciassimo più possibilità per vivere la nostra sessualità in armonia con il nostro sentire? Saremmo davvero più aperti e positivi verso il mondo? Questo migliorerebbe la qualità della nostra vita e del nostro stare con gli altri? La soddisfazione sessuale migliora il nostro stare al mondo e rapportarci con esso?”
Partiamo da un dato scientifico: l’ossitocina è un ormone e svolge la funzione di regolare organi e tessuti periferici durante il momento del parto e dell’allattamento, stimolare il desiderio sessuale e favorire l’affettività e l’empatia. È stato dimostrato che l’ossitocina è coinvolta in tutte le fasi dell’attività sessuale, dal preliminare scambio di effusioni tra i partner fino al raggiungimento dell’orgasmo. Non solo. Oltre ad accrescere il desiderio, l’ossitocina funge da collante nelle relazioni interpersonali, favorendo la monogamia e i rapporti stabili, tanto da meritarsi l’appellativo di “ormone dell’amore”.
L’ossitocina è rilasciata dai recettori nervosi della pelle, dei capezzoli e degli organi genitali durante la fase preliminare del rapporto sessuale e durante l’orgasmo, sia maschile che femminile. È stato dimostrato che durante l’orgasmo i livelli di ossitocina sono circa 5 volte superiori a quelli usuali. L’ormone dell’amore accresce il reciproco attaccamento, rinsaldando i legami affettivi che si instaurano all’interno della coppia. A differenza del viagra, che stimola il desiderio sessuale maschile indistintamente nei confronti di qualsiasi esponente del sesso femminile, l’ossitocina favorisce la monogamia.
Quindi basta avere un appagamento sessuale solo in coppia e in amore per trovare la serenità individuale?
L’amore e l’eros sono strumenti fondamentali di conoscenza dell’altro, ma anche di se stessi. Ma possono esserlo solo se si allontanano dagli stereotipi, se respingono il controllo delle istituzioni, se seguono liberamente il desiderio. Il processo di socializzazione al genere attraversa anche la definizione culturale del comportamento sessuale reputato “corretto” o “giusto” per l’uomo e per la donna, nonché per età e per collocazione sociale dell’uno e dell’altra. La sessualità è un aspetto integrante dell’identità individuale, che ne esalta i contorni e stimola l’agire. Nelle azioni verso gli altri, la società e le costruzioni sociali che ne derivano.
Nel corso dei secoli, il sesso è stato un atto funzionale alla procreazione, regolamentato da una buona etica familiare. Istituzioni religiose hanno fortemente influenzato e definito l’appagamento sessuale come un qualcosa da cercare solo nel matrimonio, fondamento anch’esso di potere sociale e culturale. Certo, nessuno nell’Ottocento, nei primi testi medici sulla sessualità, parlava dell’ossitocina, avvalorando la tesi religiosa che una sessualità sganciata dalla riproduzione arrecasse danno fisico oltre che morale.
Inoltre, non è mai esistita un’equivalenza tra ruoli maschili e ruoli femminili. Stereotipi permissivi nei confronti dell’uomo hanno creato immaginari sulla sessualità femminile fuorvianti, tanto da essere spesso etichettata “problematica” e subordinata a quella maschile. Questo ha determinato una censura nell’espressione sessuale. Chiusura e negazione verso il mondo.
Quanto sono cambiate oggi le cose?
Le donne studiano di più, lavorano di più, ricercano l’autonomia sessuale, soprattutto una sessualità distaccata dagli obblighi tradizionali. Vogliono ricevere e non solo fornire piacere. Le donne hanno capito che è un bene rivendicare il diritto all’amore, al desiderio, al piacere.
Insomma uomini e donne hanno finalmente imparato a relazionarsi alla pari, come parte attiva di un qualcosa, di un processo, di un atto. Una responsabilità etica che contribuisce a guardare il mondo con più responsabilità civica. Essere coinvolti nella quotidianità e nel sociale, così come nell’amore, richiede carnalità, passione, allegria, coinvolgimento e concretezza.
Può il sesso salvare il mondo?
Sabato 24 marzo, ore 11:30 e 15:30
Domenica 25 marzo ore 17:30
presso Spazio Donna | Fa’ La Cosa Giusta 2018 Milano
Partecipazione gratuita, prenotazione consigliata inviando un’email a: eventi@intimaluna.it
Con:
Ava Oiknin, sessuologa clinica e psicologa di coppia. È responsabile del progetto Fun Party per la Francia, attraverso il quale Fun Factory parla alle donne e alle coppie in maniera giocosa e divertente di sessualità e scoperta di sé.
Alberta Magrini, da 10 anni responsabile dell’assistenza clienti di Intimaluna srl e in contatto con le donne per rispondere alle loro domande. Ha seguito corsi di formazione specifici per quanto riguarda i singoli prodotti, corsi con ostetriche e presso la Fun Factory Academy.
Per Intimaluna la prima azienda italiana che tratta prodotti di intimità femminile consapevole.
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La femminilità non solo come target di riferimento, una linea pensata per le donne che vogliono prendersi cura di sé stesse con consapevolezza, coscienza ed attenzione, grazie anche al confronto con ostetriche e professionisti della salute.